Le fondamenta di un’efficace formazione: la teoria del carico cognitivo

eLearning Expert Talks
31 Luglio 2023

Secondo appuntamento con Maurizio Zacchi (qui la prima intervista), direttore della Cyber Academy di Cyber Guru.

“Il punto di forza di un’efficace formazione aziendale sulla cyber security – spiega Maurizio Zacchi, direttore Accademy di Cyber Guru – è quello di generare modifiche sostanziali e permanenti dei comportamenti dei dipendenti, considerato che è proprio il fattore umano il vulnus attraverso il quale il crimine informatico riesce a scalfire le barriere di protezione”.

Più che preoccuparsi dei contenuti di ciò che viene insegnato è importante verificare il livello di apprendimento, e quindi  capire se l’insegnamento arriverà effettivamente, e nel modo giusto, a destinazione. Cioè se genererà modifiche sostanziali e permanenti dei comportamenti. Ciò che conta dunque è quanto il metodo di insegnamento sia efficace e garantisca che la materia oggetto dell’insegnamento si consoliderà nelle abitudini dei “discenti” diventando parte integrante della postura digitale di ogni individuo”.

Per arrivare a questo risultato è necessario basarsi sulle teorie dell’apprendimento più innovative. Tra queste c’è senz’altro quella del “carico cognitivo”, sviluppata alla fine degli anni ’80 del XX secolo da John Sweller  e che ricostruisce il modo in cui noi impariamo, mettendo in evidenza l’importanza di allineare l’apprendimento all’architettura cognitiva umana. Per carico cognitivo si intende lo sforzo impiegato nella memoria di lavoro che è relazionato alla quantità di informazioni che la memoria di lavoro può immagazzinare in uno stesso momento. La memoria di lavoro ha infatti una capacità limitata, i metodi di istruzione devono evitare di sovraccaricarla con attività che non contribuiscono direttamente ed efficacemente all’apprendimento.

Il nostro spazio mentale è come la memoria di un computer: se riempito troppo si impalla

“Per prima cosa – spiega Zacchi – bisogna tenere conto che quella sulla sicurezza informatica è una formazione indirizzata ad adulti che, avendo già una quotidianità sovraccarica di impegni mentali, rischiano di rimanere con poche energie e disponibilità da dedicare alla formazione”.

Secondo la teoria del carico cognitivo, infatti, tutto avviene dentro un contenitore che è la nostra “memoria di lavoro”. É un po’ come la memoria del computer, se la sovraccarichiamo il dispositivo si blocca. Il nostro cervello funziona un po’ allo stesso modo. Per questo bisogna tenere in considerazione la disponibilità di “memoria” che è possibile utilizzare per trasmettere delle nuove nozioni. Riempire un contenitore già pieno non porta a nessun beneficio.

“La memoria di lavoro – continua Zacchi – deve relazionarsi continuamente con la memoria a lungo termine, una relazione  che una buona formazione deve saper gestire nel modo più efficiente. Per farlo, dobbiamo conoscere quali sono gli elementi che vanno a gravare sulla memoria di chi deve imparare e cosa è necessario fare per ottimizzare tutto il processo di apprendimento”.

La giusta formazione è breve e focalizzata

Una formazione efficace è dunque suddivisa in tante piccole parti (microlearning) e focalizzata di volta in volta su un solo argomento (moduli autoconsistenti). Questo perché il cervello apprende di più se non è sovraccaricato e se può concentrarsi su un unico focus. 

Quindi, molto meglio tante piccole lezioni di pochi minuti spalmate nell’arco di un anno piuttosto che otto ore di seguito una tantum.

“Una formazione – dice Zacchi – concentrata sul breve periodo può apparire più semplice da organizzare, rispetto ad un programma formativo spalmato sul lungo periodo, in una logica di formazione permanente. Ma i risultati sono radicalmente diversi. Nella prima opzione, nella maggior parte dei casi, le informazioni verranno perse e dimenticate, nella seconda si trasformeranno in un approccio comportamentale che avrà ricadute concrete sulla sicurezza aziendale”.

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